Alzheimer: incontinenza e vergogna
Quando con l’Alzheimer arrivò anche l’incontinenza
Ci fu anche quel giorno in cui scoprii che la mamma non si alzava più la notte per andare in bagno e “si faceva la pipì addosso”
Quel mattino in cui vidi il materasso bagnato, capii che era iniziato un nuovo periodo!
La mia mamma era una donna indipendente e fino a poco tempo prima in ottima salute. Ovviamente non ero pronta a questo velocissimo peggioramento e non avrei mai pensato a 34 anni, al tempo, di dovermi occupare di mia mamma ancora così giovane.
Quindi cercai subito una soluzione! In quel periodo ero sola ad occuparmi della mamma e non avevo nessuno a cui chiedere un consiglio, qualcuno che magari già si era trovato in questa situazione.
I primi tentativi furono disastrosi, ma trovai la soluzione!
Dopo qualche tentativo fallimentare trovai la “giusta” soluzione e combinazione: pannoloni a mutandine e traversine.
Unendo questi 2 riuscivo a mantenere asciutta e pulita la mamma, ma non avevo fatto i conti con i suoi disturbi comportamentali, quelli che allora, io pensavo fossero “dispetti”.
Solo oggi comprendo che non erano dispetti, ma la manifestazione di un problema e in questo caso di un disagio specifico.
I “dispetti” della mamma
Oltre a ricche scorte di pannoloni avevo anche un discreto numero di traversine, così da cambiarle ogni notte e permettermi di lavarle e asciugarle. Insomma la normale gestione familiare!
Tenevo la scorta delle traversine in un cassetto, pronte per utilizzarne una a notte.
Però non avevo calcolato che la mamma potesse arrivare a quelle traversine e, più di una volta, senza che io me ne accorgessi, magari anche durante la notte, le prendeva e ci tappezzava l’intero letto matrimoniale.
Chiaramente quando me ne accorgevo il giorno successivo questo mi gettava nello sconforto più totale.
Mi trovavo ad avere buona parte delle traversine bagnate, quindi con l’esigenza di lavarle tutte e con la speranza si asciugassero in tempo.
I “fuori programma” che ti destabilizzano
Come tutti sanno, se vista dall’esterno, magari questa è una piccola cosa, ma per chi in ogni momento si trova a dover gestire situazioni simili in ambiti familiari, ogni “piccolo fuori programma ” diventa un grande problema.
Quando arrivò l’Alzheimer fu necessario programmare le mie giornate, i giorni erano scanditi da ritmi ben precisi in cui cercavo di gestire la sua vita e, se riuscivo, un po’ della mia. Cosicché, tutto quello che andava storto, mi gettava nel più totale sconforto! Ero chiaramente stressata e ogni cambio di programma mi gettava in un forte stato di nervosismo.
Ma perché lo faceva?
Oggi mi rendo conto che il mi pensiero era sbagliato, non si trattava di farmi dei “dispetti”.
La mamma stava vivendo in quei momenti un disagio, si vergognava di questa incontinenza incontrollata. Se anch’io mi fossi messa nei suoi panni, mi sarei sentita in imbarazzo al solo pensiero di farmi trovare al mattino con pigiama e materasso bagnato, come un bambino…
Lei era una donna adulta, che all’improvviso e senza che se ne rendesse conto, non aveva più controllo di se stessa.
In quel periodo mia madre era ancora presente, in parte, a livello cognitivo, quindi immagino il suo essere mortificata e il suo desiderio di “coprire” l’accaduto agli occhi degli altri.
Purtroppo questo lo capisco solo oggi, se fossi stata pienamente consapevole della malattia e dei suoi stati d’animo, forse avrei messo da parte la mia irritazione per darle semplicemente un forte abbraccio di conforto, avrei accolto la sua emozione.
🙁 mi ci rispecchio in pieno…
Prima di organizzare la mia vita devo organizzare la vita di mia mamma…
UN ABBRACCIO! Marzia
Grazie Marzia, leggo con piacere che qualcuno si possa ritrovare in un dei miei racconti.
Un Abbraccio, Elisa
Ho avuto un ictus nel 2017 e ad oggi faccio ancora la pipì addosso i medici dicono che può essere normale cerco di trattenermi in mille modi ma ho 48 anni se inizia a piovere è un disastro dove sono sono anche se penso ad altro un po’ ne faccio. Ultimamente capita spesso