Perché ci è utile conoscere e capire quale bisogno si nasconda dietro un comportamento?
Ma quali sono questi bisogni?
Il bisogno di:
- Essere nutriti, sentirsi sani e al sicuro
- Essere amati e di appartenere, di avere dei contatti umani
- Ridurre il dolore e lo sconforto
- Stimolare i sensi: tatto, vista, udito, olfatto, gusto
- Sentirsi stimolati sessualmente
- Essere utile e produttivo
- Essere ascoltato e rispettato
- Esprimere le emozioni ed essere accolti
- Essere riconosciuto come persona che ha un valore, un’identità e un ruolo
- Trovare un senso al di là di una realtà insopportabile
- Vivere in pace
- Risolvere i problemi irrisolti per morire in pace
Se guardiamo questo elenco possiamo tranquillamente riconoscere i nostri stessi bisogni e allora, cosa cambia nell’anziano disorientato?
Noi grazie alla razionalità possiamo riconoscere e di conseguenza esprimere, con grande chiarezza, uno o più di questi di questi bisogni e quando questi si fanno importanti cercheremo di soddisfarli.
Il nostro anziano invece entra nel disorientamento e torna nel passato, dove trova quei bisogni rimasti insoddisfatti e negati per tutta la vita ma, non potendo riconoscerli ed esprimerli attraverso un linguaggio verbale, li porta al presente attraverso i suoi comportamenti.
Dietro una stessa richiesta continua o un comportamento ripetuto, possono nascondersi più bisogni contemporanei oppure bisogni di diverso tipo.
Come individuare con maggior precisione quale bisogno ci sta comunicando il nostro anziano?
In questo ci può essere di grande aiuto conoscerne la storia e le vicende familiari.
Ricordiamo che a volte un comportamento può nascondere uno o più bisogni e, per capire meglio, proviamo a prendere alcuni dei comportamenti dei nostri anziani disorientati, come esempio, ed analizziamo quale bisogno potrebbe esserci dietro.
La signora che vuole cucinare ai suoi bambini
La signora che chiede insistentemente di andare a far da mangiare ai suoi bambini potrebbe esprimere il bisogno di sentirsi utile (bisogno nr. 6) come quando era giovane e si occupava dei bambini, oppure di vedere riconosciuta la sua identità, il suo ruolo sociale di mamma (bisogno nr. 9) di cui sente grande mancanza.
La vedova che ritrova in un’altro uomo il marito morto
Diventa chiaro invece il bisogno di amore e di appartenenza (bisogno nr. 2) di una signora vedova da tempo che esprime il bisogno e lo soddisfa attraverso il chiamare un’altro anziano con il nome del marito, trascorrendo la giornata con lui, tenendolo per mano e trattandolo come se fosse il marito morto.
L’anziano che risponde solo se chiamato con il suo “titolo”
C’è l’anziano molto disorientato, che ormai si è ritirato quasi completamente nel suo silenzio, che però quando viene chiamato “Ingegner Rossi” risponde con lo sguardo e qualche parola.
Questo ci fa pensare che il bisogno di essere riconosciuto per il ruolo lavorativo rivestito in precedenza (bisogno nr. 9) sia ancora vivo in lui.
La signora e il lavoro fatto per tutta una vita
Poi c’è la signora che durante la vita ha lavorato come stilista per un importante casa di moda e che oggi è quella signora che si arrabbia moltissimo se non le vengono messi i vestiti che sceglie, con gli abbinamenti che ci ha indicato e che guarda le altre ospiti con sufficienza, criticandone continuamente l’abbigliamento, le scarpe e gli accessori.
La signora in realtà non ce l’ha né con noi né con le altre signore, ma ci sta semplicemente chiedendo di rispondere al suo bisogno di essere considerata e riconosciuta (bisogno nr. 9) sia per il suo passato ruolo professionale sia come persona che, grazie al suo lavoro, è riuscita a raggiungere un certo ceto sociale e un ambiente esclusivo, come quello della moda.
Oppure questa signora potrebbe cercare, rivivendo continuamente un passato gratificante e piacevole, di soddisfare il bisogno di dare un senso alla realtà insopportabile della casa di riposo (bisogno nr. 10), o ancora, di essere ascoltata e rispettata (bisogno nr. 7) dagli operatori della struttura come lo era, al tempo, dalle sarte quando rivestiva il ruolo di stilista.
Conoscere la storia della persona
Come abbiamo detto prima, conoscere la storia del nostro caro ci può aiutare a comprendere quale bisogno, insoddisfatto lungo il percorso della vita, stia cercando di esprimere e soddisfare.
Per rendere ancora più chiaro questo principio ritorneremo presto a parlarne, ma vorremmo che questa volta fossero le vostre storie le protagoniste:
Avete un comportamento di un vostro caro, che ripete costantemente, a cui non sapete dare una spiegazione?
Inviaci una mail a info@storiedialzheimer.it , l’autore e il tuo caro rimarranno anonimi, parleremo solo del bisogno cercando di dare insieme una spiegazione.
Un’occasione per comprendere e anche per aiutare, attraverso un’esempio, un familiare o un caregiver che si trova nella tua stessa situazione.
Speriamo che anche questa volta l’articolo possa essere stato d’aiuto a qualcuno e vi aspettiamo il prossimo 15 dicembre con un nuovo appuntamento Validation “Si guarda allo specchio e non si riconosce”
Ben trovato a chi ha deciso di conoscere il metodo Validation attraverso Storie in Valigia.
Il tema all’interno di Alzheimer non ha l’obbiettivo di formare,
esistono infatti incontri e corsi strutturati a questo scopo, ma bensì di “dialogare”.
L’obbiettivo è portare a conoscenza delle famiglie il metodo che ha cambiato negli ultimi 15 anni la mia vita, sia dal punto di vista lavorativo che personale.