La compagnia di un gatto per i malati di Alzheimer

Un animale può aiutare il malato durante il suo percorso?

 

Sono numerose le ricerche che sono state effettuate per testare gli effetti di un animale domestico su persone affette dal morbo di Alzheimer e i risultati sono stati spesso sorprendenti, mostrando come un animale possa aumentare il livello di attenzione, placare l’ansia e portare a dei momenti di gioia.

La nostra esperienza iniziò con l’ingresso di Fuffi nella vita di mia madre a Natale 2012. Nell’estate di quell’anno avevo già notato un leggero cambiamento nei comportamenti della mamma, la vedevo un po’ meno attiva e un poco più solitaria.

Essere vedova da oltre 20 anni, sola in una grande casa, io ero andata via nel 2008, privata dello stimolo di andare a trovare tutte le domeniche mia nonna, che era scomparsa da qualche mese.
Pensai che il mix di questi elementi uniti all’avanzare dell’età, anche se stava per compiere solo 65 anni,  potessero  portarla a soffrire di una leggera solitudine, un’inizio di depressione. Chiaramente mi stavo sbagliando, ma quello lo scoprii solo 2 anni dopo…

Quindi a Natale 2012 andai al gattille comunale e cercai per lei un gatto che potesse farle compagnia e che occupasse un po’ le sue giornate.

Attenzione! Chiaramente sapevo che a mia madre piacevano i gatti, già in passato ne avevamo avuto uno!

Trovai Fuffi, o meglio trovai un gatto, il nome lo decise poi la mamma! Un gatto giovane, maschio, con un temperamento tranquillo e tutta contenta, confidando fosse la soluzione a questo stato di solitudine,  lo portai a casa di mamma.
Fuffi si trovò a fare compagnia alla mamma, dando anche lui il suo positivo contributo nell’avanzare della malattia. Il pensiero di dover accudire il suo gatto è stato sempre costante il lei e fino a qualche mese fa, se le si chiedeva se avesse un gatto o come si chiamava, la risposta era sempre in linea con la realtà.

Fin quando è rimasta a casa si è sempre preoccupata di dargli da mangiare, di pulire la cassetta e di dargli acqua fresca. Un eccesso di attenzione è stato dato all’alimentazione del gatto, non mancava mai da mangiare anzi, ne aveva costantemente quantità esagerate. Una cornucopia di croccantini stazionava nella sua area cibo, contornata da 2 / 3 scatolette. E’ stato difficile anche da parte mia arginare, per il bene di Fuffi, questo eccesso! Nonostante fossi ad un certo punto sempre presente e cercassi di gestire i pasti del gatto, la mamma riprendeva la gestione appena “giravo l’angolo”

La linea di Fuffi chiaramente ne risentì e ingrassò arrivando a pesare oltre 9 kg. Fuffi è un gatto di stazza grande, ma non così grande…

A volte la trovavo mentre gli accarezzava la testa, quando eravamo fuori casa si preoccupava per lui, fin quando se ne ha avuto memoria l’ha sempre ricordato con affetto.

Quando sto con lei a volte le faccio vedere le foto di Fuffi, oggi il suo gatto vive con me e dopo un inserimento un pò burrascoso con le altre mie 2 gatte, ora tutto fila liscio e ha perso anche 1 kg! Guardando gli scatti, ora vedo che resta quasi sempre indifferente, ma fino a qualche mese fa lo riconosceva e il suo sguardo si illuminava.

Ancora oggi, quando passeggiamo, se incrociamo un gatto in lei scatta il livello di attenzione e quasi sempre me lo fa notare.
Ho sempre pensato che gli animali abbiano un potere sulle persone!

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