“Ho l’Alzheimer?” Dirlo o no?
Dire a mia madre che aveva l’Alzheimer?
Io decisi di no
La domanda
Ci fu quella volta in cui mi chiese “Ho l’Alzheimer?” e mi mise veramente alla prova!
Ricordo ancora quel giorno, eravamo in macchina, la stavo riportando a casa dopo uno dei tanti incontri di stimolazione cognitiva.
Lei si girò verso di me e mi chiese: “Ho l’Alzheimer?”
Dopo un secondo di silenzio, dopo aver incassato un pugno nello stomaco, perché queste domande ti colpiscono dritto e forte proprio lì, le dissi: “Mamma, cosa dici, assolutamente no!”…“Hai qualche problema di memoria e andiamo a questi incontri proprio per migliorarla”
Non disse più nulla, non so se mi credette o se l’interrogativo nato in quel momento, era svanito così come era apparso, semplicemente non ne avevo la più pallida idea.
Dirlo o no, il dubbio arrivò quando mi venne comunicato con referto ufficiale, che la mamma aveva l’Alzheimer!
Non fu una scelta che feci di netto, ero fortemente combattuta!
Perché dirglielo: quando parla la ragione
La mia parte logica e razionale mi suggeriva che la “cosa giusta” era dirle che stava male!
Mi confortavo dicendomi che lo avrebbe dimenticato subito, vista la sua malattia.
Pensavo, che se fossi stata al suo posto, forse, l’avrei voluto sapere.
Perché NON dirglielo: quando parla il sentimento
L’altra parte di me si domandava: perché farla soffrire?
Potrebbe anche dimenticarlo subito, ma se lasciasse un “segno” nella sua mente?
Quanto dolore le provocherà una notizia del genere?
Quanto starà male, anche solo per qualche minuto…
Quindi cosa fare? La decisione
L’idea di provocarle un dolore mi orientava sul NO, però mi chiedevo se stessi facendo la cosa corretta.
Mi trovavo a decidere io per lei, era una delle prime decisioni che dovetti prendere mettendo in gioco razionalità e sentimenti.
Al tempo non conoscevo nessuno che avesse questa malattia e con cui condividere i miei dubbi, le mie ansie e anche le mie paure. Il mio unico riferimento erano i dottori, quindi contattai il centro UVA.
Avevo bisogno di essere aiutata, di un confronto, di un parere!
Chiamai la psicologa del centro e le raccontai i miei dubbi, sperando mi potesse guidare nel “fare la cosa giusta”. Non ricordo esattamente tutte le parole, ma di certo mi disse “perché darle questo dolore?!”
Furono quelle parole che mi fecero decidere, il tono in cui me lo disse, ero sicura: NON le avrei detto che aveva l’Alzheimer!
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