Esempi di “Voglio andare a casa”
Qui troverete una serie di esempi che spesso incontriamo o che vengono condivisi con noi.
Ricordiamo che, per chiarezza e una efficace comprensione, gli esempi sono collegati all’articolo Come gestire il familiare disorientato che vuole andare a casa
“Voglio andare a casa”
- Com’è la tua casa?
- Dov’è la tua casa?
- Cosa c’è di importante da andare a fare a casa?
- Chi ti aspetta casa?
Ricordiamoci sempre che la casa non è necessariamente un luogo fisico, ma spesso un luogo affettivo.
“Voglio/devo andare a casa dalla mia mamma”
- parliamo della mamma e di quanto ci manca
- qual’era la cosa più bella della mamma?
- di cosa la mamma facesse di bello per lui
- quanto la mamma sia importante
“Voglio/devo andare a casa perché altrimenti la mia mamma si preoccupa”
- che cosa fa preoccupare tanto la tua mamma?
- parliamo della preoccupazione
- di quanto sia brutto non sapere dove sono le persone che amiamo
- di quanto ci preoccupiamo a volte per gli altri
Se vuole andare a casa perché ci sono i bambini che l’aspettano affrontiamo l’argomento bambini, figli o nipoti:
- parliamo di quanto sia difficile fare il genitore, di quanto grande sia la responsabilità dei figli…
Se andare a casa è (solitamente per le signore), legato al dover andare a fare da mangiare, gli argomenti possono essere il cucinare:
- cosa cucinava meglio di tutto?
- facciamoci dare una ricetta, se ancora la capacità cognitiva lo permette….
In tutti questi casi un familiare ha inoltre a disposizione tutta la parte del vissuto insieme, soprattutto i ricordi di cose belle da poter “usare” e che devono ovviamente essere collegate con quello che l’anziano dice.
Facciamo nuovi esempi:
“era davvero bella la tua mamma con quegli occhi azzurri!”, oppure “com’era buona la torta di mele che mi cucinavi sempre!” piuttosto che “mi ricordo di quella volta che sono tornato tardi e tu eri preoccupatissima perché non sapevi dove fossi finita”, la possibilità di “pescare” nei momenti comuni può aiutarci moltissimo.
In questi casi non si tratta di “diversione” (punto 3 del “cosa facciamo di solito?”) perché rimaniamo nell’emozione e nel bisogno dell’anziano, anzi, così ne approfondiamo gli aspetti.
Infatti, parlando dell’affetto che ci lega alla mamma, della preoccupazione verso le persone che amiamo, dell’amore che ci lega ai figli, dell’importanza di sentirsi utili, entriamo nel loro mondo e lo condividiamo con loro. Diversamente con la diversione, li portiamo fuori, da un’altra parte, cosa più facile per noi ma estranea all’emozione e al bisogno del nostro familiare disorientato.
Ben trovato a chi ha deciso di conoscere il metodo Validation attraverso Storie in Valigia.
Il tema all’interno di Storie in Valigia non ha l’obbiettivo di formare,
esistono infatti incontri e corsi strutturati a questo scopo, ma bensì di “dialogare”.
L’obbiettivo è portare a conoscenza delle famiglie il metodo che ha cambiato negli ultimi 15 anni la mia vita, sia dal punto di vista lavorativo che personale.
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