Badante o RSA? La scelta è difficile
Quando ti chiedi se sia meglio una badante o una RSA
E’ arrivato quel momento in cui mi sono sentita obbligata a valutare se far entrare in casa una badante o inserirla in una casa protetta.
Ad un certo punto mi sono fermata a pensare a cosa era diventata la mia vita e come tutto si fosse trasformato.
La mamma assorbiva sempre più il mio tempo, lasciarla sola in casa era oramai fuori discussione, scappava, apriva la porta a chiunque suonasse, firmava contratti a qualsiasi venditore, solo per menzionare alcuni episodi…
Mi vidi così costretta a lasciare il lavoro, obbiettivamente non avevo più la concentrazione necessaria. Questo influì sulla mia persona, portando in me frustrazione e ulteriore rabbia nei confronti dell’Alzheimer. Rabbia che poi si ripercuoteva anche sul rapporto con la mamma.
Ero chiaramente stressata e il tempo che trascorrevo con lei era dettato dal nervosismo e lei lo sentiva, lo vedevo dai suoi atteggiamenti.
Quindi mi ritrovai a valutare se inserire in casa una badante o mettere in lista la mamma per una RSA, 2 mondi a me sconosciuti.
Avevo per un momento valutato anche la casa di riposo, ma l’idea fu presto accantonata quando mi dissero che all’aggravarsi della malattia l’avrebbero rimandata a casa, non essendo strutturati per gestirla.
La badante
Cominciai a prendere informazioni su possibili badanti, i timori erano tanti, c’è chi mi rassicurava, chi mi sconsigliava, chi proprio mi suggeriva di valutare una struttura.
Avevo mille dubbi: far entrare una sconosciuta in casa? affidarle mia madre? La mamma l’avrebbe accettata?
Che fattori ho considerato:
- sensazioni, quello che si dice “mi ispira o no”
- curriculum vitae
- il modo rapportarsi alla mamma al primo incontro
La Casa Protetta e RSA
Contemporaneamente mi feci dare dall’assistente sociale la lista di tutte le strutture della città, le contattai e presi appuntamento per andarle a vedere personalmente.
La visita alla prima struttura fu devastante, ne uscii sconvolta emotivamente, grandi stanzoni, un clima da ospedale, mi immaginai l’ingresso di mia madre lì.
Le visite agli altri centri andarono un pò meglio, strutture più recenti e clima più familiare con ambienti più piccoli e caldi.
Anche in questo caso gli interrogativi non mancavano, c’è chi mi faceva notare che l’avrei allontanata dalla sua casa e sulle testate di cronaca si leggevano e leggono tante brutte notizie.
Mi domandavo: la tratteranno bene? le mancherà casa? è adatto questo ambiente per lei? come si sentirà?
Valutai le singole strutture in base a determinati criteri:
- zona in cui si trovava, di facile accesso per permettermi di andare a trovare mia madre il più possibile, anche se avevo solo 10 minuti
- pulizia generale
- ambienti dedicati alle attività ricreative, numero e tipologia di attività. Una cosa che non volevo, era pensare a mia madre lasciata l’intera giornata su una sedia
- camere, arredamento e numero di letti a stanza. Mi colpirono maggiormente le strutture con al massimo 2 persone a camera
- giardini e spazi all’aperto. Avevo il desiderio che la mamma, durante la bella stagione, potesse trascorrere del tempo all’aperto attraverso delle attività o semplicemente passeggiando con lei.
- impressione avuta sugli operatori che avevo incontrato durante la visita, come si sono relazionati con me e come vedevo che si relazionavano con gli ospiti.
- tipologia di operatori presenti nella struttura: OSS, dottore, fisioterapista, infermieri e animatori
- numero di ospiti all’interno della struttura in relazione al personale. Volevo che la mamma venisse seguita
- chiesa o numero di funzioni settimanali. La mamma è stata sempre molto religiosa ed era importante potesse mantenere questo aspetto che la interessava
- le opinioni di chi, con questo mondo, era già entrato in contatto.
La decisione
La scelta fu molto difficile, ero veramente piena di dubbi e di sensi di colpa, sentendo pienamente il peso di fare la scelta giusta per un’altra persona.
Mettendo tutte le informazioni sul cosiddetto piatto della bilancia, decisi tra badante e RSA.
Scelsi di inserirla in RSA, precisamente in CRA (Casa Residenziale Anziani).
Feci questa scelta pensando che avrebbe avuto una maggiore assistenza e più occasioni di stimolazione. Personale presente h 24 a livello assistenziale e infermieristico e, tutti i giorni, attività diverse che la potessero stimolare a livello cognitivo.
In base all’impressione avuta durante le visite, selezionai 3 strutture e inserii il nominativo di mia madre in lista d’attesa.
Era primavera 2015, a luglio 2015 la chiamata per l’ingresso in CRA.
Mi trovo di fronte ad una scelta simile. Mia mamma ha 73 anni e, nonostante un declino che va sempre più accentuandosi, io la vedo sempre troppo giovane per una struttura. A breve la badante che l’ha seguita per circa un anno ci abbandona ed io mi ritrovo a cercarne un’altra ,in tempi rapidi, che la possa assistere h24. L’esperienza badante fino ad oggi mi ha fatto capire che ci vorrebbe qualcuno con esperienza con questo tipo di malattia, molti si improvvisano per trovare un lavoro e certe volte anche una casa che li ospiti ma non sono in grado di gestire questo tipo di paziente. Mettendo in conto anche le mille problematiche legate alla badante (ferie, malattia, permessi, talvolta crisi esistenziali…) devo dire che il carico è veramente notevole, io poi sono figlia unica e ho da gestire i miei bambini di 7 e 10 anni! Devo dire che sto cominciando a valutare seriamente la struttura anche perché, se attrezzata per queste malattie, forse è in grado di seguire i pazienti in maniera più mirata rispetto a personale improvvisato e mediamente poco serio. Purtroppo dopo tanti mesi di costante tensione penso di dover trovare una soluzione che mi garantisca un po’ più di tranquillità. Scelta dura ma obbligata temo!
Ciao a tutti,io ho mia mamma Milena malata di Alzheimer da 4-5 anni(i primi segnali) dopo averla portata vicino a casa mia (prima della malattia abitava a 350km di distanza) ed esserci rimasta con 2 badanti per 2 anni,domani 8 aprile entrerà in una RSA specifica per malati di Alzheimer come lei…i sensi di colpa mi assalgono ancora,i dubbi di aver fatto o meno la
Scelta giusta pure..ma non poteva più stare sola ore tante ore al gg e le badanti mi avevano ormai prosciugata,che poi di stimolazione a lei praticamente non facevano nulla,curavano lei la casa e stop.
Domani inizia una nuova avventura ,speriamo bene!!! In bocca al lupo a noi e a tutti quelli che stanno vivendo la
Mia situazione
Ah Milena ha 75 anni e quindi è una donna giovane che va stimolata..e questa era la sfera che le badanti non riuscivamo a ricoprire
Buongiorno, sto ora vivendo lo stesso dilemma, nel mio caso mamma di 75 anni con demenza frontotemporale.Ho trovato una casa albergo per autosufficienti, è ospite da 4 GG e non vuole fermarsi. Ha momenti di lucidità. Quanto ci vorrà prima che accetti questa situazione?
Cara Ilaria ho affrontato i tuoi stessi problemi circa tre mesi fa. Mia madre 93 anni con demenza senile medio-grave da me stesso accudita per anni in casa ma divenuta ormai ingestibile. Vivere lo strazio quotidiano di sentirla supplicare di portarla a casa quando era già a casa, ma non la riconosceva più, come non riconosceva i suoi figli sempre più di frequente, oltre a mille altri problemi quotidiani. Per problemi logistici, una badante sarebbe stata impossibile, oltre alle difficoltà di trovare persona affidabile e preparata. E forse una non sarebbe stata sufficiente giorno e notte. Alla fine la soluzione meno dolorosa è stata scegliere una rsa adeguata alle sue necessità sanitarie. Perlomeno si spera che sia ben seguita, curata in tutti i suoi bisogni da personale sanitario presente h.24 e preparato. I primi tempi prevalgono sensi di colpa enormi difficili da superare, ma poi la ragione deve prevalere per il bene del genitore anziano e bisognoso di cure. Occorre purtroppo farsene una ragione. L’importante è non far mancare la nostra presenza e il nostro affetto anche in rsa appena ci è possibile. Un saluto.
Ciao, mi ritrovo nella tua stessa situazione; tanti sensi di colpa, il momento del distacco e pensarla spaesata ed indifesa.
mi trovo proprio in queste condizioni , mamma ha cominciato a vaneggiare insieme ad altre patologie da seguire e da due anni e mezzo vivo solo per lei , il mio unico pezzo di famiglia è molto duro , vedere che dall’ultimo ricovero durato solo 3 gg in un noto ospedale romano ne sia uscita completamente stravolta.. fino al 26 luglio 2022 mia mamma faceva le parole incrociate dopo .. neanche parla bene .. e dice cose senza senso , questi mesi sono davvero complessi da sola , con lei , il lavoro , i miei animaletti .. ma lasciarla .. mi sa di abbandono , cosa che non riesco a superare — ettolitri di lacrime … che fare viviamo in un mondo così poco attento al prossimo 🙁
Anch’io per mio marito ho percorso la stessa via crucis,ma in questo momento e per le previsioni per il covid,le cose sono piu’dolorosa in quanto non possoandare a trovarlo come prima ora solo 2 volte per 15 minuti e distanziati,cosa devo fare?sarei tentata di riportarlo a casa tra tante difficoltà,ma così quella poca affettività e’scomparsa del tutto,datemi un consiglio grazie
Ciao Raffaella, nessuno può consigliarti su questa scelta, posso solo invitarti a porti delle domande tra queste, in casa potrei dargli le stesse cure che gli offrono in struttura? Capisco la tua difficoltà, è una scelta non semplice.
Grazie per la risposta che razionalmente condivido.Purtroppo la situazione non scambiata e la sfera emotiva e’sempre piu’combattuta.pero’leggo che siamo tutti nella stessa barca.
Ciao a tutti… Sto affrontando la stessa situazione io e mio fratello ormai siamo sfiniti. Mia mamma ha 70 e con Alzheimer da 5 anni non vuole stare nelle nostre case e non accetta nessun altra persona a casa sua vuole stare solo con me e mio fratello, in poche parole lei non sa più ché noi siamo sposati e abbiamo le famiglie… Abbiamo abbandonato le nostre famiglie per stare vicino a lei, ma siamo arrivati in un punto che non c’è la facciamo più siamo arrivati al esaurimento in tutto… Da un po che pensiamo un centro abbiamo visto e parlato e per un momento abbiamo deciso di si di portarla lì poi subito dopo abbiamo detto no… Chiedo me stessa come sarà la mamma lì, come lo trattano… Come come e come domande sensa fine mi sento tanto in colpa di lasciare la mamma lì da sola sensa di noi anche se lei non conosce più chi siamo (mi chiama per nome di sua sorella)… Purtroppo in questo terribile calvario siamo io e mio fratello da soli anche se questa meravigliosa donna (mia mamma nostra mamma) lì aiutati tutti nella vita alla fine noi siamo rimasti soli… Per favore aiutatemi conn un consiglio cosa devo fare…siamo rimasti soli io e mio fratello con una sofferenza senza fine o la struttura… perfavore ditemi qualcosa..scrivo a tutti coloro che hanno e stano attraversando la stessa situazione mio… Grazie 🙏
Io nn so che fare ho mio padre malato di Alzheimer 62 anni si è ammalato che ne aveva 57,sono figlia unica, sono tre mesi che ho mia madre in gravi condizioni… Stava morendo per soffocamento… Ora ho due signore che si alternano ma io sto diventando pazza
ciao a tutti.
sono figlia unica, mamma, lavoratrice, un padre anziano con problemi di salute e molto “fragile” e la mamma di 75 anni affetta da demenza da circa 4 anni..
La mamma è appena entrata in Rsa, non riuscendo più a gestirla in casa.
I sentimenti prevalenti che provo sono: dolore, rabbia ed un senso di lutto perché di questo ci si deve rendere conto: è un lutto !
La mia mamma è sempre stata una persona di grande umanità, buona e semplice, una luce, un amore grande che anche l’Alzheimer, per il momento, non ha intaccato, ma a me e papà ha tolto la cosa fondamentale: la serenità..
Per la mia esperienza, vi posso garantire che quando “non ce la fate più” è già tardi, soprattutto per voi..
I ns. cari hanno bisogno, tra le altre cose, di sorveglianza, stimoli e condivisione e come possiamo farlo noi familiari con le ns. vite, i ns. problemi ??
Si deve prendere “quella” decisione quando dentro vi state spegnendo, quando avete tentato il possibile per la vs. situazione e vi assicuro, con la morte nell’animo, che è la scelta giusta..ora soffro tanto e devo gestire anche il pensiero del papà solo e con una retta che non riusciamo a coprire con la pensione di mamma..
Mi auguro di trovare un equilibrio un passo alla volta, un giorno dopo l’altro..e lo stesso auguro a tutti Voi !
Ciao,mia mamma di 89 anni,da 3anni affetta da Alzheimer e una leggera forma di parkinson. Contro il mio parere è stata ricoverata presso una rsa nel 2020.Qui viene trattata bene,ma il mio chiodo fisso è riportarla a casa.Ho tentato due volte durante le feste,ma il suo comportamento cambia a casa.e in molti mi dicono che un struttura gli stimoli servono a rallentatê la malattia.Il mio dubbio sorge:ma in struttura come si comporta?La malattia avanza sempre di più..Ma io penso e dico che con l’aumentarei di quest ultima ,mia mamma la voglio a casa,nonostante le difficoltà che sicuramente si presenteranno. Cosa mi consigliate di fare?un forte abbracciò..
Mio papa 85 anni è tracollato con il suo Alzaimer per il Covid circa un mese fa. Dopo l’ospedale è in Rsa estensiva per 60 giorni. Disorientato tempo spazio con sbalzi umorali su sedia a rotelle incontinente e bisogno di assistenza h24 in totale dipendenza. Io lo vorrei riportare a casa con badante h24 per provare a vedere se passando l idea di scappare in casa sua con il nostro affetto sia gestibile. Mia madre invalida fisicamente anche lei non è d accordo dice di non farcela e di non volere in casa una badante h24. Sono tormentata. In casa mia non ho spazi sufficienti. Cosa posso fare
Mamma di 82 anni . Due anni fa ha dato i primi segni della malattia. Abbiamo fatto il possibile per lei , come tutti voi avete fatto per i vostri cari, ma poi arriva la famiglia , la vita personale e devi salvarti , devi lasciarli andare e affidarli ad una struttura. Quado andrete a trovarli sarà un peso enorme ma col tempo scoprirete di aver fatto la scelta giusta e tornati a casa ogni piccola cosa li farà ricordare e dovrete ricordarli nei momenti felici e per tutto quanto hanno fatto per noi. Forza e coraggio fino alla fine. Antonio
Mia madre, affetta da Alzheimer, 84 anni, sta peggiorando. Io sono unico caregiver.
La badante ha deciso di andarsene. Io so che mia madre, che conserva brandelli di lucidità, non vorrebbe andare in struttra, non vorrà e si opporrà. Chiedo a chi sia riuscito, come abbia convinto il familiare (oltre che superato il senso di colpa).
Grazie mille, Elena