UN NATALE INCOMPRENSIBILE
In questi giorni di alberi, addobbi e presepi mi è tornato alla mente un Natale del 2014, dove l’Alzheimer ci faceva già compagnia, e mia madre viveva ancora nella sua casa. Quell’anno, come tutti gli anni, anche prima dell’arrivo dell’Alzheimer, aveva preparato nei primi giorni di dicembre l’albero, ma stranamente non il presepe.
Il presepe fu sempre una sua grande passione, di dimensioni importati, con tanti personaggi, sentieri, montagne e uno specchio che fungeva da laghetto.
La mancanza del presepe fu la prima stranezza di quel Natale.
Ricordo che le domandai perché non l’avesse montato e dopo una prima incertezza mi disse che era per via del gatto (vedi articolo La compagnia di un gatto per i malati di Alzheimer), che temeva vi salisse sopra e lo “tirasse giù”.
In realtà Fuffi era tutt’altro che giocherellone e faceva ben poche “marachelle”, prediligeva soprattutto divano e coccole, per cui era certa che il presepe sarebbe rimasto al suo posto, ma a nulla servirono le mie insistenze.
INTERESSI E ATTEGGIAMENTI CHE CAMBIANO
Passarono i giorni e a quell’albero solitario rimase quasi tutti i giorni con le luci spente, mi resi conto che per lei mancava di significato.
E la conferma la ebbi il giorno di Santo Stefano, quella mattina del 26 dicembre arrivai come di consueto a casa di madre e la trovai affaccendata nel smontare l’albero di Natale.
Le chiesi il perché, cercando di ricordarle che era ancora Natale, e mi rispose «Natale è già passato e non ho voglia di tenerlo ancora li, e poi sono sola, non mi interessava», facendo spallucce. E fu proprio il suo atteggiamento a colpirmi di più, quel Natale aveva mostrato come l’Alzheimer la stesse cambiando, a livello di interessi e di atteggiamenti, aveva intaccato anche il suo spirito natalizio.
Quello fu l’ultimo Natale in casa e l’Alzheimer prese sempre più velocemente il sopravento.