IO ESCO, VADO CERCARE I MIEI FIGLI
Quanto è difficile quando ci si trova di fronte a un familiare che sta aspettando dei figli che sono andati a vivere altrove da anni o che prepara da mangiare per persone che non arriveranno, la paura di deluderlo e la frustrazione nel non saper come rispondere.
Avevamo già condiviso la storia “Le vostre storie: Razionalità o contrasto, dove ci portano?” e abbiamo trovato indispensabile approfondirla.
Ringraziamo la persona che ha condiviso con noi una situazione così intima e che ci ha permesso di fare delle riflessioni attraverso le quali oggi proveremo a dare qualche piccolo spunto, anche a chi si trova in situazioni analoghe.
La vostra storia:
«io esco e vado a cercare dove sono i miei figli» o cucina per 4/5 persone in più o resta sveglia fino a tardi perché è convinta che quelli che sono usciti debbano tornare a casa a dormire… non si può sempre lasciarli nella loro convinzione della realtà…”
IL RUOLO DELLA MAMMA
In realtà la cosa che colpisce immediatamente è che, se non si sapesse che la protagonista del racconto è una persona anziana, si potrebbe tranquillamente pensare che si stia parlando di una signora di 40/50 anni con i figli adolescenti.
Il fatto che debba andare a cercare o aspettare dei figli che sono usciti e non sa dove siano, o che si preoccupi di preparare da mangiare per persone che non vivono più con lei da chissà quanto tempo, porta ad ipotizzare che questa signora abbia proprio tanto bisogno di avere ancora il suo ruolo di mamma e di sentirsi utile attraverso questo ruolo. (vedi “Principio n. 6” e l’articolo “Quale bisogno si nasconde dietro al comportamento?”)
Chiaramente il Metodo Validation non ci fornisce la bacchetta magica per risolvere le specifiche situazioni, considerando anche le poche informazioni che abbiamo della situazione specifica, ma partirei da questa considerazione:
la distrazione non funziona se non per un attimo, soprattutto se la signora è preoccupata per i suoi figli!
Validation dice proprio che, quando gli anziani non accettano più questa realtà, e si rifugiano in un passato più gratificante o piacevole del presente, non riusciamo a portarli qua senza ferirli, e quindi sta a noi raggiungerli dove sono loro per accoglierli e farli sentire importanti.
RAGGIUNGERE IL NOSTRO CARO NELLA SUA EMOZIONE
Cercare di riportarli nella realtà oggettiva creerà al nostro caro disorientato, con molta probabilità, frustrazione, e a meno che non ci siano ancora buoni margini di lucidità che ci consentano di provare, si deve lasciarli nella loro realtà (vedi “Si guarda allo specchio e non si riconosce”) cercando però di raggiungerli lì, non nella situazione, ma nelle emozioni.
Senza conoscere la “fase” (vedi “Le Fasi del Metodo Validation“), la storia della signora, e la frequenza di questi momenti, è possibile provare a dare solo qualche piccolo suggerimento.
La chiave per entrare nel suo mondo, in contatto con le sue emozioni è prima di tutto il Centering, essere centrati infatti aiuta a collegarsi al suo bisogno ed a trovare il filo che porta alla relazione.
In questo caso potremo parlarle di figli, di preoccupazioni che vengono dai figli, delle soddisfazioni che ci possono dare, delle difficoltà dell’adolescenza, ma anche del fare la mamma e di quanta pazienza e fatica richieda questo ruolo – «io esco e vado a cercare dove sono i miei figli» .
Potremmo parlarle della bellezza di avere una famiglia numerosa per cui preparare da mangiare, del piacere ma anche della fatica che si prova nel cucinare per le persone che amiamo – “cucina per 4/5 persone in più” – di quanto questo mondo sia difficile e dei pensieri che si hanno quando i figli sono in giro o ancora dell’incapacità di dormire quando i figli non sono ancora rientrati – ” resta sveglia fino a tardi perché è convinta che quelli che sono usciti debbano tornare a casa a dormire…”.
Attraverso l’utilizzo delle domande aperte, di cui facciamo qualche esempio di seguito, si può entrare in relazione empatica ed aiutare le emozioni trattenute ad uscire alla luce:
- Sei preoccupata perché non sai dove siano i tuoi figli?
- Pensi che possa essere successo qualcosa?
- Certo che una mamma premurosa come te non può fare a meno di preoccuparsi quando i suoi figli non sono a casa!
- Quanta soddisfazione c’è nel fare da mangiare per le persone che si amano?
- Certo che far da mangiare per tante persone dev’essere un bell’impegno!
- Certo che per un genitore riuscire a dormire fino a quando i figli non sono rientrati è veramente difficile!
- Se io rimanessi alzata al posto tuo, tu andresti a dormire?
In tutte queste situazioni è fondamentale non contrastare la persona, accompagnarla fuori oppure aiutarla a cucinare o lasciarla alzata rispettando i suoi bisogni, può far rientrare la situazione più velocemente, mentre entrare in contrasto, e impedirle di fare quello che per lei è importante in quel momento, aumenta l’intensità dell’emozione che c’è in quel momento ( vedi Principio n. 4 e l’articolo Le vostre storie: Razionalità o contrasto, dove ci portano?).
Invito inoltre a leggere anche gli articoli dedicati all’Atteggiamento Convalidante, ricordando sempre che si tratta di piccoli input, che aiutano a guardare la situazione in modo diverso.
Ricordiamo però che, anche se attraverso questo metodo è davvero possibile ottenere “buoni” risultati, la lettura di qualche articolo è solo un modo per scoprire che la relazione empatica è un possibile “strumento”per affrontare il disorientamento ed iniziare una modalità relazionale più “proficua” con il nostro anziano disorientato.
Ma se desideriamo far nostro il metodo ci sono associazioni autorizzate in tutta Italia che ci possono supportare nel comprendere nella sua interezza il Metodo Validation.
L’ARGOMENTO DEL PROSSIMO APPUNTAMENTO
Sperando l’argomento di oggi vi possa essere stato d’aiuto, vi salutiamo dandovi appuntamento con il prossimo articolo sul Metodo Validation dove parleremo di “Metodo Validation: può essere d’aiuto con Alzheimer o demenza precoce?”
Come sempre tenete d’occhio la pagina FB Storie di Alzheimer e il Gruppo, dove ci sono di continuo novità!
Qui il link per iscrivervi al gruppo:
https://www.facebook.com/groups/storiedialzheimer/
Concludiamo con l’invito a condividere in forma privata le vostre storie,
raccontateci le vostre esperienze, perché i vostri racconti
possono essere d’aiuto agli altri!
Scriveteci in forma privata a info@storiedialzheimer.it o anche attraverso un messaggio privato all’interno della Pagina Facebook Storie di Alzheimer.
Ben trovato a chi ha deciso di conoscere il metodo Validation attraverso Storie di Alzheimer.
Il tema all’interno di Storie di Alzheimer non ha l’obbiettivo di formare,
esistono infatti incontri e corsi strutturati a questo scopo, ma bensì di “dialogare”.
L’obbiettivo è portare a conoscenza delle famiglie il metodo che ha cambiato negli ultimi 15 anni la mia vita, sia dal punto di vista lavorativo che personale.