Disorientamento – Vagando nella Notte
Il disorientamento, un traguardo obbligato per il malato di Alzheimer
Una sera d’estate, alle 22.30, squilla il telefono: <<abbiamo trovato tua madre che passeggiava sulla statale>>
Era l’estate 2015, la situazione cominciava a diventare ingestibile e stavo valutando case di riposo o assistenza h. 24, io sola non riuscivo più a seguirla. Quella sera ricordo che la lasciai sola subito dopo cena, dopo aver trascorso come di consueto l’intera giornata con lei e aver assistito al momento dei pasti, visto che quello era il periodo bulimia.
Dopo poco mi squillò il telefono, numero sconosciuto e nella mia testa scatto subito l’allarme! Rispondo, dall’altra parte una voce familiare <<Ciao Elisa sono M., il ragazzo del piano di sopra. Abbiamo trovato tua madre che passeggiava sulla statale, sul ciglio della strada>> e ancora <<stai tranquilla, ora l’abbiamo riportata a casa è un po’ agiata, ora c’è S. (la sua compagna) con lei>>. Gli risposi immediatamente <<Arrivo>>
Era uscita di casa poco dopo che l’avevo lasciata, chissà perché e per quale meta, e probabilmente ad un certo punto il black out. Così si è diretta verso la strada statale e ha cominciato a percorrerla, nella direzione opposta a quella dove si trovava la sua abitazione.
La degenerazione celebrale nei malati di Alzheimer causa spesso disorientamento di tempo e spazio. Per il malato in realtà il problema non è quello, ad esempio, di riconoscere il luogo dove si trova, ma la gestione dell’ansia che lo coglie e che cresce in lui. Tutti verremmo colti dall’ansia se non riconoscessimo dove siamo.
Corsi a casa sua, pensai ai pericoli che aveva corso e alla fortuna che avevamo entrambe avuto! Una vera fortunata casualità che uno dei condomini passasse di lì in quel momento e nonostante il buio e la scarsa illuminazione nella zona, la riconoscesse. Chissà, forse la mamma avrà il suo angelo custode!
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