IL DISORIENTAMENTO E L’AMORE CHE LEGA

Per questa volta concedeteci di accennare solamente alla fine al Metodo Validation.
In occasione di San Valentino preferiamo dare grande spazio a qualcosa di meraviglioso che Patrizia ha visto accadere quando questo sentimento vitale e universale, l’amore, ha trovato la sua espressione nel disorientamento.

IL RACCONTO DI PATRIZIA

SETTEMBRE 2017, STABILIMENTO DI CURE TERMALI IN ABRUZZO

Mi colpisce una coppia di anziani.

Lei con una mano tiene la mascherina dell’aerosol e con l’altra, la mano di lui che, seduto di fianco in carrozzina, con la mano libera sta trafficando prima con un tovagliolino, poi con la manica della maglia di lei e poi ancora con i manici della borsa di lei appesa alla sedia.

Lei non si muove, lo lascia fare e quando finisce l’aerosol, lei si alza e spingendo la carrozzina si allontanano.

Poco dopo li rivedo nell’atrio, lei gli parla mentre gli infila la giacca e lui, con lo sguardo perso, si limita a non contrastarla, estraneo a quello che sta accadendo fino a quando lei si abbassa e, guardandolo negli occhi, gli sorride e gli dice qualcosa quasi sottovoce.

Lui la guarda, le sorride e lei, dopo avergli fatto una carezza sul viso, lo spinge verso l’uscita.

QUESTA SCENA MI RIPORTA…

QUEL DOPO PRANZO DALLA MIA GUARDIOLA

A quel dopo pranzo di un giorno qualunque nella guardiola entra una musica, seguendola arrivo in sala da pranzo e li vedo.

L’ingegnere e sua moglie che ballano un lento, lei con la guancia appoggiata al torace e lui che la stringe con un braccio dietro la schiena e l’altra intrecciata a quella di lei.

È il loro quarantacinquesimo anniversario, hanno mangiato insieme in un tavolino preparato in uno spazio riservato della sala e apparecchiato solo per loro due, con candele e fiori, che fanno da centrotavola e adesso, mentre ballano, si guardano con una tenerezza infinita, senza darsi conto del mondo esterno.

Esco senza farmi notare per non disturbare un momento pieno di emozione e di sentimenti così vivi ed intensi che non diresti mai che…lui ha avuto diagnosi di demenza più di 10 anni fa e da 4 è anni ricoverato nella struttura in cui lavoro, lei tutti i giorni viene a trovarlo, gli parla, lo accarezza lo bacia.
Si rivolge a lui chiamandolo “Ingegnere” con un rispetto ed un amore infiniti.

Lui da tempo ormai non parla più ma quando la vede si illumina, la segue ovunque lei lo porti e si lascia fare qualunque cosa con una fiducia totale.

Lei, quando parla della loro storia racconta di una storia esclusiva, in cui il mancato arrivo di figli è stato motivo di maggior legame di coppia, rapporto fortissimo ma nel quale l’autonomia di entrambi è stata sempre rispettata.

Poi le dimenticanze sempre più importanti, la difficoltà ad accettare che lui così preciso, così pignolo, dimenticasse cose banali, che non fosse più lui fino a quando è sembrato non riconoscerla nemmeno.

Il giorno in cui mi raccontò la sua storia si commosse ma non si fermò, mi disse di come lei abbia continuato a “sentire” che, aldilà del riconoscimento verbale, lui continui a “riconoscerla emotivamente”.
Mi raccontò di come il legame d’amore, che li ha uniti per tanti anni, non sia riuscito a spezzarsi nonostante con la perdita di memoria che lo ha colpito.

Questo legame d’amore è quello che le ha permesso di occuparsi di suo marito per tanti anni, di affrontare soprattutto la fatica emotiva, ricaricata da quei sentimenti ed emozioni che hanno continuato ad essere presenti prima a parole e poi, senza le parole, nei gesti e negli atteggiamenti quotidiani.

Poi con il tempo, per problemi di salute ha dovuto delegare a noi gli aspetti più faticosi ma, con la sua presenza, ha continuato a tenere vivo il rapporto e i sentimenti che lo sostengono.

Ecco, se devo pensare all’amore che resiste e che supera anche la devastazione del disorientamento penso a loro due.

L’AMORE CHE TI LEGA NONOSTANTE IL DISORIENTAMENTO

Questo frammento di memoria esce proprio nel giorno di San Valentino con la “pretesa” di essere un tributo a tutti quei coniugi che per primi, con il disorientamento del partner, si trovano ad affrontare un cambiamento enorme nella loro vita di persone, ma soprattutto di marito o di moglie che, a volte, vivono la disperazione di non essere più riconosciuti come tali.

A quelle persone, anche loro in età avanzata, che di fronte alla nebbia in cui la perdita della memoria del partner li avvolge, trovano quello spiraglio di sole che permette loro di continuare a vedere ancora l’altro per com’era, per quello che ha saputo dare e non per quello che non è o non saprà dare più.

Per quelle persone che grazie a quel sentimento così forte che li lega, ma nello stesso tempo li sostiene, riescono a continuare a garantire dignità all’altro, accogliendolo ed abbracciandolo in modo nuovo, ma con lo stesso amore, come se niente fosse cambiato.

IL METODO VALIDATION COME CI PUÒ AIUTARE?

Rimane un grande aiuto, attraverso le sue tecniche e all’atteggiamento convalidante.
La Validation ci viene incontro quando la fatica si fa sentire e l’empatia naturale che fa parte dell’amore, da sola, non basta a gestire le situazioni complicate che il disorientamento pone continuamente di fronte a noi.

L’ARGOMENTO DEL PROSSIMO APPUNTAMENTO

Vi lasciamo con questo racconto e vi invitiamo a leggere il prossimo articolo dedicato a Le persone anziane mal orientate e disorientate: non dovremmo cercare di cambiarle

E vi ricordiamo, che se avete un comportamento di un vostro caro, che ripete costantemente, a cui non sapete dare una spiegazione? Scriveteci!

Inviaci una mail a info@storiedialzheimer.it , l’autore e il tuo caro rimarranno anonimi, parleremo solo del bisogno cercando di dare insieme una spiegazione.

Un’occasione per comprendere e  anche per aiutare, attraverso un’esempio, un familiare o un caregiver che si trova nella tua stessa situazione.

 

Trovo indispensabile sottolineare che il metodo Validation può essere applicato avendo la consapevolezza che alcuni piccoli suggerimenti, da soli, non potranno portare a risultati “miracolosi”


Patrizia Gelmi Formatrice Validation ®

Ben trovato a chi ha deciso di conoscere il metodo Validation attraverso Storie di Alzheimer.
Il tema all’interno di Storie di Alzheimer non ha l’obbiettivo di formare,
esistono infatti incontri e corsi strutturati a questo scopo, ma bensì di “dialogare”.
L’obbiettivo è portare a conoscenza delle famiglie il metodo che ha cambiato negli ultimi 15 anni la mia vita, sia dal punto di vista lavorativo che personale.

Ti stai domandando se il tuo comportamento è corretto?

Hai una storia da raccontare?